MIELE URISKA
MIELE NATURALE DI ARANCIO
Nessun trattamento
Scheda Prodotto |
Produttore: URISKA, Modica, Sicilia. Apicoltori dal 1872. Raccolta: aprile 2024 Boccia in vetro: 500 gr Zona di raccolta: Modica , (rg), Sicilia est orientale, monti iblei. Colore: biondo chiaro/scuro, giallo paglierino. Il colore varia a seconda del tempo. La foto tende ad essere il più realistica possibile. Ad esempio, dopo la raccolta estiva il miele ancora liquido ha una tonalità di colore, ma avvicinandosi all'autunno e all'inverno vediamo cambiare la struttura del miele che può solidificarsi e quindi cambiare tonalità di colore. Cristallizzazione: da liquido a solido. Dipende molto dallo stato d'uso e conservazione. Più è usato, più tende a rimanere elastico, più è fermo, più si indurisce/cristallizza. Cristallizzazione grana grossa. |
Dall'arnia alla boccia .
Colore chiaro. Prodotto senza trattamenti . All'origine si ottiene il miele allo stato liquido poi essendo privo di trattamenti, inizia la progressiva cristallizzazione, quindi tutte le proprietà organolettiche si mantengono nello stato naturale. Quando si procede alla raccolta e alla successiva decantazione e maturazione, il miele manifesta al meglio tutto il suo sapore d'arancio piacevole in bocca. Il miele d'arancio cristallizzato dopo poco tempo, quindi di processo naturale, può essere preso con un cucchiaio e farlo sciogliere lentamente con fonti di calore per scoprire tutti i suoi gusti che si aprono al processo di riscaldamento, oppure usarlo senza riscaldare che sarà meglio per avere inalterate tutte le proprietà.
Utilizzo : Per zuccherare bevande come acqua, caffè, infusi e tisane, ecc. Per la preparazione di dolci come torrone, cobaita, mpagghiuccati, crispelle di riso, torte ecc. Da gustarlo direttamente con un cucchiaio e accompagnarlo con i formaggi freschi e le mandorle pelate. |
Apicoltori Dal 1872 .
Dal 1872 la famiglia Pitino è produttrice di miele nella contea di Modica. Oggi è la 5° generazione di tradizione e cultura apistica. Anticamente gli avi della famiglia Pitino praticavano l'apicoltura nomade nelle zone iblee, producendo il famoso miele di timo (sàtra), carrubo e millefiori. Oggi invece l'apicoltura è stanziale e la zona d'uso ospita gli alveari da almeno ottant'anni, dato non indifferente.
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