Miele Uriska
Questo articolo è una scheda-profilo del miele di carrubo. Altri articoli verranno realizzati per approfondire alcuni punti qui solo accennati. Per finire, i ringraziamenti li troverete alla fine dell'articolo.
Il miele di carrubo è tutt'ora poco conosciuto. Per via della sua rara produzione determinata da poveri raccolti e a volte anche assenti, il miele di carrubo è difficile reperirlo. Tuttavia oggi sono presenti molti apicoltori in tutto il mondo e il numero negli ultimi otto anni è cresciuto in modo esponenziale ottenendo una produzione di miele più consistente rispetto a circa dieci anni fa e perciò oggi il mercato offre molte più varietà di miele. Il miele di carrubo, nonostante la diffusione di cultura apistica divulgata negli ultimi anni, resta sempre circoscrizione di piccole aree sparse nel mediterraneo. Oggi possiamo contare nelle zone della Sicilia, Sardegna, Calabria, Marocco, Grecia e solo in ridotte aree di queste: ad esempio in Sicilia il carrubo è presente solo nella caratteristica catena montuosa iblea e nelle sue colline e con precisione nella città di Modica, Scicli, Ispica, Ragusa, e dintorni. Il carrubo quindi attecchisce nel mediterraneo ma le coltivazioni sono ben poche, invece massicce in alcune zone come quelle per esempio specificate prima.
Il carrubo è un albero di notevoli caratteristiche. È secolare, di grandi dimensioni perché possa essere un albero da frutto, ripara dal sole nel periodo estivo, di notte non rilascia anidride carbonica, produce frutti e per l'appunto chiamati carrube.
La carruba nasce da una zagara e questa germoglia nel mese di settembre/ottobre. Successivamente diventa un frutto verde per poi assumere il caratteristico colore marrone scuro in piena maturazione. All'interno del frutto dalla buccia sottile e fibrosa, secca e legnosa, la polpa è dolciastra, tipica ed inconfondibile nel suo sapore, di colore chiaro biancastro scuro, dalla consistenza morbida e sfaldante, appiccicosetta quasi gommosa, vengono qui custoditi i carati e ovvero i semi di carruba. Il carato è l'unità di peso delle gemme e pietre preziose ed il termine deriva proprio dai semi della carruba in quanto tutti i semi hanno lo stesso peso. Dalla polpa si ottiene la farina di carruba utilizzata in cucina in svariati modi, soprattutto come addensante naturale.
Il miele di carrubo inizia a essere presente negli alveoli di un alveare già a inizio ottobre e può essere raccolto a fine novembre. Durante la disopercolatura e smielatura il miele si presenta liquido, proprio come tutti gli altri tipi di miele; il colore bruno richiama la buccia del frutto. Si procede alla decantazione del miele per circa 20/30 giorni, poi si procede alla conservazione. Trascorso il periodo di decantazione il miele è quasi tutto cristallizzato. Il miele dal colore bruno inizia a schiarire, spesso di color nocciola. Il colore assunto è una sua etichetta. Un occhio esperto lo riconosce. Ma attenzione perché il colore può rimanere bruno. Il colore e soprattutto il sapore sono inconfondibili riflettendo tutti gli attributi del frutto. Chi ha abitualmente usato miele generico, difficilmente al primo assaggio del miele di carrubo lo accetta come un gusto familiare e versatile in cucina, quasi a non suscitargli nessun interesse particolare al palato che sia di proprio gradimento. È un gusto nuovo, completamente fuori dai comuni sapori, ma, è qui dove rientra la particolarità del suo caratteristico sapore: gusto ad impatto forte ma tenero e rotondo, dolce. Di carruba, di flora autunnale. Poi invece, può scattare l'incantesimo: il miele preferito! Questione di abitudini e voglia di scoprire nuovi sapori mai conosciuti prima. La cristallizzazione mantiene la goduria al palato per la sua grana fine dovuta da un' alta presenza di fruttosio. Quasi crema che col freddo inizia ad indurire.
Salute e cucina: è ottimo assieme le mandorle tostate o nocciole. Da aperitivo con il cacio cavallo ragusano stagionato e vino nero d'Avola. In accompagnamento a gruyère e mirtilli. Per scaldarsi in inverno si può usare per la preparazione del vin brulé, (ovviamente sempre con il nero d'Avola, o se preferite un buon Syrah). Miele di carrubo è sinonimo di "mustazzola" tipico dolce modicano. Da utilizzare per addolcire il cacao naturale amaro e magari creare praline di cioccolato con cuore di miele di carrubo. Oggi il miele di carrubo è presidio slow food. Il miele di carrubo va bene usarlo anche tutto l'anno al naturale. Quando il miele, ( mi riferisco a tutti i mieli naturali, senza trattamenti ) viene scaldato a temperature superiori ai 40° inizia a smontare molte delle proprie caratteristiche restando solo un eccellente sostituto dello zucchero. Consiglio ad esempio per un te, un latte, un vin brulé, ecc..di aspettare che le bevande si stemperano sotto i 40° e aggiungere il miele facendolo sciogliere lentamente.
Le proprietà del miele di carrubo agiscono benevolmente aiutando i bronchi, calma la tosse e raffreddori, fluidifica il catarro, aiuta a rinforzare le difese immunitarie. Il miele dotato di sostanze emollienti ha proprietà antibatteriche quindi da considerarlo un antibiotico naturale. Viene usato per alleviare ansia, insonnia, indigestione, ipertensione e malattie delle vie respiratorie superiori.
favo di cera d'api con miele di carrubo
Come potete notare in questa foto, il miele cola essendo liquido. I colori possono variare da bruno scuro, bruno, nocciola.
Nella foto seguente invece, dopo il processo da liquido a solido, il miele ha assunto il colore nocciola.
Da sinistra a destra: carrubo, millefiori, arancio e timo.
💚I ringraziamenti ai miei genitori: questo articolo da parte loro è frutto di anni d' esperienza sul campo apistico e culinario.💚
Vi ringrazio per la lettura.
Cosa aspettate ad assaggiarlo!